Glutine: la differenza tra celiachia, intolleranza e sensibilità

In questo articolo vedremo insieme definizioni e differenze tra celiachia, intolleranza e sensibilità al glutine, per comprendere in modo chiaro le relative implicazioni sulla salute.

Negli ultimi anni, il termine “glutine” è diventato sempre più familiare nelle conversazioni sulla salute e sull’alimentazione. Tuttavia, non tutti sono a conoscenza di cosa significhi realmente e di come possa influenzare il loro benessere: anche quando è toccato a me scoprire di essere intollerante, per un primo momento ho vacillato perché non è certo immediato cambiare la propria alimentazione cosi radicalmente in un paese in cui il carboidrato complesso è predominante.

Purtroppo, la confusione è spesso amplificata proprio dalla presenza di diverse condizioni legate al glutine, tra cui appunto la celiachia, l’intolleranza al glutine e la sensibilità al glutine.

Ma qual è la differenza tra queste condizioni? Perché alcune persone devono evitare il glutine mentre altre possono consumarlo senza problemi? 

Prima di vederla insieme ti ricordo che è fondamentale consultare un medico (prima magari confrontandosi col medico di base ed eventualmente poi con un gastroenterologo) per una corretta diagnosi e per la gestione delle condizioni legate al glutine, al fine di promuovere la salute e il benessere a lungo termine.

Celiachia

La celiachia è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca erroneamente il tessuto sano dell’intestino tenue in risposta all’ingerimento di glutine. Questa reazione danneggia i villi intestinali, compromettendo l’assorbimento dei nutrienti. 

I sintomi possono includere diarrea, gonfiore addominale, perdita di peso e affaticamento e lungo andare, se non scoperta, questa malattia può davvero debilitare e compromettere la salute dei soggetti colpiti. 

La celiachia richiede una rigorosa dieta senza glutine e senza contaminazioni per tutta la vita per evitare ulteriori danni all’intestino e per non dover fare i conti con sintomi invalidanti. Una volta intrapresa l’alimentazione corretta, la salute progressivamente migliora e anche la vita sociale, sicuramente.

Intolleranza al glutine

L’intolleranza al glutine, nota anche come sensibilità non celiaca al glutine, è una condizione in cui una persona sviluppa sintomi gastrointestinali o altri disturbi dopo aver consumato glutine, ma senza mostrare segni di danni intestinali tipici della celiachia. 

Questo è il mio caso e sono diventata intollerante nel tempo a causa di una malattia infiammatoria cronica che ha debilitato il mio intestino, rendendolo di fatto incapace di gestire il glutine e anche il lattosio.


I sintomi possono includere gonfiore, dolore addominale, mal di testa e affaticamento. Sebbene meno grave della celiachia, l’intolleranza al glutine può comunque influenzare la qualità della vita e richiedere l’eliminazione totale del glutine dalla dieta.

Sensibilità al glutine

Alla differenza tra celiachia e intolleranza, si aggiunge la sensibilità al glutine. I tratta di una condizione simile all’intolleranza, ma i sintomi possono essere più lievi e possono coinvolgere anche disturbi extradigestivi come mal di testa, affaticamento e dolori articolari. 

Non ci sono danni intestinali come nella celiachia: anche se la sensibilità al glutine può essere debilitante per coloro che ne soffrono.

Non è considerata una patologia e spesso non richiede nemmeno la totale eliminazione del glutine dalla propria alimentazione, ma magari una progressiva riduzione e una scelta di cereali a basso contenuto di glutine.

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