Si chiamano nepitelle e sono un dolce tipico di Pasqua di alcune regioni del sud, in particolare della Calabria.
La ricetta tradizionale ha tantissime varianti locali. In gelerale, le nepitelle sono realizzate con una frolla a base di farina, uova (non in tutte le versioni) e strutto e una farcitura a base di confettura di amarene, frutta a guscio (in genere mandorle e nocciole), uvetta e cioccolato fondente. In alcune versioni è prevista l’aggiunta del miele, dei fichi, del vin cotto o del liquore Strega. Non possono mancare anche le spezie, come cannella e chiodi di garofano.
Le nepitelle sono realizzate interamente con ingredienti da dispensa e nel mio caso sono state l’occasione per uno “svuota tutto” che mi ha permesso di recuperare tantissimi ingredienti quasi terminati, salvarli dalla spazzatura e trasformarli in qualcosa di speciale.
Insomma, una di quelle ricette antispreco (e da dispensa) che io adoro mettere in tavola, per una cucina furba e consapevole.
Un ripieno di recupero chiuso in piccole mezzelune di pasta che ricordano degli occhi chiusi. Infatti nepitella, dal latino nepitedum, significa proprio “palpebra”.
Per questo motivo la mia non è propriamente la ricetta originale delle nepitelle… ma ormai lo sai che mi piace mettere sempre il mio zampino!