Schioppettino di Prepotto: la storia di un vitigno in estinzione e della sua rinascita

Lo Schioppettino di Prepotto è un vino rosso friulano, poco noto, prodotto nella vocata DOC “Friuli Colli Orientali”, dove questo vitigno autoctono è coltivato da sempre.

Qui ha trovato una tale eccellenza, da motivare un gruppo di coltivatori a fondare un’Associazione per tutelarlo e promuoverlo. E salvarlo dall’estinzione.

Coltivato in un angolo della Doc dei Colli Orientali del Friuli, che coincide con la provincia di Udine, lo Schioppettino di Prepotto si esprime al meglio nel suo luogo di nascita. Il suo terroir d’origine è nascosto in una vallata chiusa tra i comuni di Albana e Prepotto, proprio dove ha rischiato di scomparire negli anni ’70, diventando fuorilegge.

Una storia avvincente che ho avuto modo di ascoltare ad un incontro AIS Como, dedicato proprio alle vicende dello Schioppettino di Prepotto e alla sua rinascita, raccontata dall’avvocato Diego Sburlino, relatore e amico della nostra delegazione. Un’occasione che mi ha permesso di conoscere di persona i produttori e il racconto a lieto fine di questo antico vitigno.

Schioppettino di Prepotto: la storia di un vitigno in estinzione e della sua rinascita

Lo Schioppettino, formalmente un clone della Ribolla Nera, è uno dei principali vitigni autoctoni del Friuli, ingiustamente famoso solo per i suoi vitigni a bacca bianca. Ha un’origine antica, con documenti che lo collocano a cavallo tra la Valle di Cialla e Albana, nel piccolo comune di Prepotto in provincia di Udine, già dal XIII secolo.

Deve il suo nome al suo scoppiettare in bocca, forse dell’uva matura, con la sua buccia sottile e tesa, o forse alla fermentazione malolattica tardiva e all’anidride carbonica che il mosto sviluppa.

La maledetta fillossera alla fine dell’800 non lo ha risparmiato, distruggendone la quasi totalità e portandolo sull’orlo dell’estinzione. Ma le sue disavventure non finiscono qui. Negli anni ’70 la Comunità Europea emana un regolamento che vieta l’impianto di vitigni non riconosciuti dai discliplinari delle DOC. Lo Schioppettino di Prepotto non figura tra i vitigni ammessi e viene messo al bando insieme a moltissimi altri vitigni autoctoni italiani.

Nel 2002 nasce l’Associazione Produttori dello Schioppettino di Prepotto, per promuovere e garantire la qualità e l’autenticità dell’uva Schioppettino, coltivata da più di venti produttori, tutti impegnati a proteggere il valore culturale e la qualità questa varietà “di nicchia”. Grazie al coraggio e alla caparbietà di questi uomini e donne, dopo 13 anni di battaglie, lo Schioppettino è finalmente tra i vitigni riconosciuti.

L’avvocato Sburlino la definisce una sorta di Davide e Golia moderno tra il piccolo paese di Prepotto e la grande Comunità Europea, una lotta che giunge al termine nel 2008 con l’adozione di rigorose regolamentazioni produttive, di un protocollo di vinificazione condiviso e con l’annessione alla DOC Friuli Colli Orientali.

Schioppettino di Prepotto: la storia di un vitigno in estinzione e della sua rinascita
uno scatto tratto dal mio viaggio nei Colli Orientali del Friuli

Una storia a lieto fine che non poteva che concludersi con una degustazione: lo Schioppettino di Prepotto nelle annate 2012 e 2013, interpretate da alcuni produttori locali ( La Buse dal Lôf, Pizzulin, Ronco dei Pini, Stanig, Casella, Vigna Petrussa). Perché, con tutte queste (belle) chiacchiere, mi sono completamente dimenticata di raccontarvi di lui, del suo rosso rubino intenso, del suo sentore di frutti di bosco e marasca e alla sua seducente nota speziata.

Il naso coglie delle sfumature che svelano le caratteristiche del suo straordinario terroir. È proprio il suolo acido e minerale, composto da marna, argilla e flysch (che i friulani chiamano ponca) a permettere di sviluppare la sua intensità aromatica e l’inconfondibile vena speziata. Così come per Syrah, Vespolina, Grüner Veltliner e Groppello di Revò, anche lo Schioppettino contiene alte concentrazioni di rotundone, il composto responsabile dell’aroma di pepe nero. Una molecola poco volatile che sentiamo anche in bocca e che si completa, a seconda delle zone di produzione e delle annate, anche con aromi di cannella e chiodi di garofano.

Lo Schioppettino di Prepotto è quindi un vino rosso fermo ed elegante, speziato e pepato, ideale per accompagnare la solida cucina regionale friulana con i suoi secondi piatti a base di arrosti di carne e selvaggina nobile.

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Schioppettino di Prepotto: la storia di un vitigno in estinzione e della sua rinascita

1 commento su “Schioppettino di Prepotto: la storia di un vitigno in estinzione e della sua rinascita”

  1. Bel post, manca solo un piccolo tributo alla cantina Ronchi di Cialla a cui va il merito del recupero del vitigno negli anni 70 🙂
    Ciao!
    V.

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