Capunet: involtini di verza alla piemontese

I capunet (chiamati anche caponet o capunit), sono un secondo piatto della cucina piemontese. Si tratta di involtini di verza che, nella tradizione dei tempi di crisi, venivano preparati con gli avanzi di carne del giorno prima. 

Qual è la storia del capunet e come è diventato così popolare?

I capunet sono un piatto tradizionale del nord Italia, in particolare della regione Piemonte. La loro origine storica risale al medioevo, preparati come piatto povero a base di ingredienti semplici ed economici, spesso scarti e avanzi di altre preparazioni. Il nome “capunet” deriva dal dialetto piemontese e significa “piccoli capponi”.

Sono chiamati anche “pescoi” o “pes coi“, un nome che deriva anch’esso dal dialetto piemontese, riferendosi alla forma rotonda e compatta dei capunet, che ricorda quella di un pesce piccolo e compatto.

Oggi i capunet sono diventati un piatto tipico della cucina piemontese e vengono serviti in molte trattorie e ristoranti della regione.

Quali sono le varianti dei caponet più diffuse?

La ricetta originale prevede l’utilizzo di verdure come cavolo verza, cipolle e patate, che vengono cotte insieme ad avanzi di carne e spezie. I caponet vengono poi avvolti in foglie di verza e cucinati a vapore o bolliti.

Questa ricetta antispreco varia un po’ a seconda della zona o della tradizione familiare, soprattutto nella composizione del macinato del ripieno.

C’è chi mixa carne trita di manzo e di suino, chi aggiunge la mortadella sminuzzata, chi ancora mette l’arrosto avanzato, il pollo o il coniglio la salsiccia o la pasta di salame. Altri ancora pane raffermo ammollato nel latte.

I capunet sono adatti a chi segue una dieta vegetariana o vegana?

Rimaneggiando opportunamente gli ingredienti del ripieno, è facilissimo creare una versione vegetariana o vegana dei capunet, davvero gustosa e zero waste.

Puoi farcire le foglie di verza con pane ammollato nel latte, formaggi, verdure soffritte, uova e patate lesse. Per una versione vegana, puoi usare latte vegetale e riso al posto di uova e latticini.

3 segreti per capunet al forno perfetti 

  1. Sbollentando la foglia di verza per 1 minuto in acqua in ebollizione e raffreddandola immediatamente in acqua gelata, sarà più semplice creare gli involtini.
  2. Se le foglie hanno la parte centrale troppo costoluta e rigida, puoi alleggerirla utilizzando un semplicissimo pelapatate come questo*
  3. Accostando i capunet tutti vicini avrai la certezza che non si disfino e potrai evitare di legarli con lo spago.

La videoricetta dei miei capunet “svuotafrigo”

La trovi qui sul mio canale Instagram… e non dimenticare di seguirmi!

Ingredienti

  • 250 g manzo macinato
  • 150 g maiale macinato
  • 100 g mortadella
  • 10 foglie cavolo verza
  • 100 g Parmigiano Reggiano
  • 1 mazzetto prezzemolo fresco
  • 1 uova
  • sale
  • pepe nero

Preparazione

  • Dosi per 8/12 capunet
  • Difficoltà: Normale
  • Tempo di preparazione: 10 minuti
  • Tempo di cottura: 45 minuti
  • Categoria: Secondi Piatti
  • Tipo di cucina: Italia

COME PREPARARE I CAPUNET

1

Per preparare i capunet al forno, ho preso il cavolo verza e ho sbollentato 8/12 foglie (rispetto al ripieno, dipende dalla dimensione delle foglie, io ne preparo sempre qualcuna in più nel caso che il ripieno sia abbondante), ho assottigliato la costa centrale con una mandolina e le ho messe da parte.

Poi ho realizzato il ripieno, il macinato misto, il Parmigiano, l ‘uovo, il prezzemolo tritato e un pizzico di sale.

2

Ho preso un cucchiaio di impasto (dai 50 ai 100 g per involtino a seconda della dimensione della foglia di cavolo verza), l’ho posizionato nel centro della foglia, l’ho chiusa a pacchetto, l’ho legata con lo spago da cucina e ho collocato tutti i capunet in una teglia da forno rivestita di carta.

3

Ho cotto in forno a 180°, 45 minuti fino alla doratura e ho servito i miei capunet al forno caldissimi.

Click.

Che vino abbinare ai capunet

Per il vino da servire con questo piatto piemontese puoi percorrere diverse strade. Una di queste è quella del territorio, attingendo dall’incredibile patrimonio enogastronomico di questa regione, dal Nebbiolo alla Barbera. L’altra è quella dell’affinità di gusto tra il vino e l’ingrediente principale di questa ricetta: la verza.

Tra i classici abbinamenti alla verza c’è la Malvasia. Io li ho provati con un ottimo Salina IGP Malvasia Secca del Capo Colosi 2020realizzato con le uve, 100% Malvasia, coltivate nei vigneti dell’isola di Salina, nell’arcipelago delle Eolie, in Sicilia. Un vino giallo paglierino dai riflessi dorati, intenso al naso con ricordi di fiori, frutti tropicali e agrumi. Fresco e armonico si abbina alla perfezione sia con la versione di carne di questa ricetta, che con i capunet vegetariani, con riso o pane raffermo e formaggio.

Se invece vuoi optare per un vino rosso, ti consiglio un Nero d’Avola o un Pinot Nero.

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12 commenti su “Capunet: involtini di verza alla piemontese”

  1. ti sono proprio venuti bene. La fotografia fa venire l’acquolina in bocca nonostante non ami immensamente la verza….. brava!

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  2. Ieri qualcuno nel palazzo li stava cucinando!!
    Ho sentito l’odore ed ho pensato a quanto tempo fosse che non li mangiassi!
    Buoni!!

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  3. Bella presentazione. Mia mamma insieme ai caponet preparava anche le cipolle cotte e farcite allo stesso modo. In entrambe io preferisco alleggerire il ripieno tritando insieme alla carne i ritagli della stessa verdura dopo sbollentata.

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