Lo leggevo qualche settimana fa in un articolo del Sole 24 ore: è il momento degli home restaurant. Le piattaforme di Social Eating stanno spuntando come funghetti e io non potevo perdere l’occasione di parlarne nella mia rubrica dedicata ad App e Community Food appena inaugurata.
IL CONCEPT
Secondo il Global Trends Report 2015, il Social Eating è in testa alle nuove tendenze del turismo di quest’anno. Sempre più viaggiatori cercano un home restaurant dove poter gustare il cibo autentico locale, per conoscere la cultura di un paese attraverso l’incontro con le persone e con i sapori del luogo. Anche VizEat si fonda su questa idea.
Essere un viaggiatore è prima di tutto uno stato d’animo: è curiosità, voglia di scoprire il mondo e il senso della vita umana.
Dopo aver condiviso stanze e automobili, il passo naturale nell’evoluzione della “sharing culture” è la condivisione della propria tavola. Cavalcando questa dinamica di mercato, VizEat è diventato uno dei punti di riferimento nel settore home restaurant in Europa, con i suoi oltre 500 Host attivi. Il sito in lingua francese e inglese, è disponibile da dicembre 2014 anche in italiano.
COME FUNZIONA?
Il meccanismo è semplice e molto simile al funzionamento delle altre piattaforme.
I Guest e gli Host possono creare gratuitamente un profilo in pochi click. Gli Host potranno proporre un menù, decidere liberamente il prezzo e la data dell’evento food che desiderano organizzare. Se un Guest è attirato dalla proposta, potrà inviare una richiesta di prenotazione. L’Host valuterà la richiesta in base alle sue disponibilità. Una volta ricevuta conferma, il Guest accederà all’area del portale dedicata al pagamento. Non resterà quindi che aspettare la data dell’evento e gustarsi il pasto condiviso.
Per far vivere un’esperienza piacevole in tutta sicurezza VizEat si occuperà di tutte le formalità: dalla verifica dei profili alla sicurezza del pagamento on line, fino ad una assicurazione per coprire eventuali danni.
CONCLUSIONI
Per il momento non mi sento di dare un giudizio a questo trend o alla piattaforma VizEat che è comunque ben pensata e realizzata, con una buona usabilità, contenuti e condizioni chiare e facilmente consultabili, bella da sfogliare sia in versione desktop che mobile.
Resto in un angolo ad osservare, curiosa e divertita, gli sviluppi di questa tendenza, in attesa di un impeto di coraggio.
Mi rendo conto che una buona parte dello scoglio che impedisce al Social Eating di esplodere con entusiasmo (soprattutto in Italia) sia la mancanza di fiducia. Chiacchierando con i miei colleghi sono emerse tante perplessità riguardo all’igiene, alla bontà del pasto, alla socializzazione, agli aspetti fiscali e burocratici. Credo che il Social Eating si basi su un atto di fiducia reciproca tra Guest e Host. Ma, in fondo, non mettiamo già forse il nostro tempo, la nostra salute, il nostro divertimento e, a volte, la nostra stessa vita ogni giorno nelle mani di altre persone? E se fosse solo una resistenza culturale da infrangere?
Io, prima di rispondere, vorrei testare l’esperienza, magari proprio in un viaggio in giro per l’Italia o all’estero. E cercare di aprire la mente quanto più possibile perché le esperienze più belle che ho fatto nella mia vita sono state accompagnate da un pizzico di incoscienza.
Vi tengo aggiornati.
Click.