Trippa fritta

La trippa fritta, in tutte le sue varianti legate alle tradizioni del territorio, resta la mia preferita.

Le ricette regionali

Non c’è trippa in umido che tenga. Sebbene ami moltissimo la trippa alla ligure, la trippa alla milanese, alla quale sono legata per tradizione e territorio, e la trippa alla montalcinese, quanto penso a questo ingrediente il primo desiderio è proprio la frittura.

Neanche le polpette di trippa riescono a farmi battere così il cuore. La trippa fritta ha tutto il gusto di questo ingrediente così particolare (che capisco bene possa non piacere a tutti) con la consistenza del calamaro fritto. Te lo immagini?

Caratteristiche e proprietà nutrizionali

La trippa è una frattaglia, ricavata generalmente dal quinto quarto bovino, in particolare da uno dei suoi stomaci.

Contrariamente dal nome e da quello che comunemente si pensa, la trippa è un alimento magro, ricco di proteine ad alto valore biologico, ferro e vitamine del gruppo B.

Trippa fritta per il tuo aperitivo

Se la ami anche tu, allora devi provarla questa versione, perfetta come secondo, ma anche come aperitivo. Io adoro friggerla e servirla direttamente in questi cestini, adatti anche per essere portati in tavola*. Oppure in piccoli coni di carta o di bambù, come questi*. Trovo che, abbinata ad un calice di bollicine o ad una birra fredda, sia un aperitivo davvero gustoso.

Di seguito ti riporto la mia ricetta super collaudata, ma ti consiglio di dare un’occhiata anche alla mia trippa fritta con lime e pepe rosa, per un tocco di gusto e colore in più.

Ingredienti

  • 250 g trippa (foiolo, pronto per la cottura)
  • farina 00 o semola di grano duro
  • olio di semi per friggere
  • sale nero di Cipro
  • pepe nero

Preparazione

  • Dosi per 2 persone
  • Difficoltà: Facile
  • Tempo di preparazione: 5 minuti
  • Tempo di cottura: 10 minuti
  • Categoria: Antipasti
  • Tipo di cucina: Italia

Come preparare la trippa fritta

1

Quella della trippa fritta è una ricetta semplicissima da realizzare. Ho preso il foiolo pronto per la cottura (lo si trova abitualmente nel banco frigo del reparto macelleria di tutti i supermercati), l’ho asciugato con della carta da cucina per eliminare l’umido in eccesso e l’ho tamponato ulteriormente con la farina, leggermente salata e pepata.

2

Ho preso il mio furbissimo pentolino per i fritti (ma che in realtà è un comunissimo pentolino per latte), che mi consente di immergere senza consumare piscine di olio e schizzare anche nella cucina dei vicini, e l’ho riempito per metà di olio di semi.

3

Ho fritto piccole manciate di trippa per volta, togliendola appena diventava dorata (4/5 minuti al massimo, ma dipende dalla padella che usate, dall’olio, dalla temperatura…), appoggiandola poi sulla carta assorbente per togliere l’unto in eccesso.

Ho servito la mia trippa fritta immediatamente, solo con una macinata di sale nero di Cipro.

Click.

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16 commenti su “Trippa fritta”

  1. L’idea è a dir poco geniale…mi dispiace solo che io la trippa da parecchio non la mangio più, come tutte le frattaglie 🙁 ..
    Ciao! Roberta

    Rispondi

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